venerdì 11 novembre 2011

Il lavoro "sporco" di Tonino


Un po' quello che fanno i mediani di contenimento, gli Oriali decantati dal Liga, contrasto oscuro ma efficace, da pressing alto, da fallo tattico sulla trequarti avversaria, quello che impedisce le ripartenze.

Non credo che Tonino non voglia far decollare il governo Monti; anzi, sa bene che sarebbe disastroso non farlo.
Disastroso perchè sappiamo benissimo tutti che in una società a capitalismo spinto, ed in particolare becero come nella nostra, in caso di affondamento i primi a morire saranno come ovvio i più deboli, però qui avverrà più rapidamente che da altre parti; inoltre, la speculazione finanziaria non se ne starà di farci andare in default e basta, e chi s'è visto s'è visto, senza chiederci comunque adeguato rimborso, magari sotto la minaccia di attacchi di qualche "finto estremista islamico" o di Mirage, e soprattutto chiudendoci i rubinetti di petrolio e gas.

E poi si fida della competenza e della capacità di Monti, figuriamoci, e del possibile programma che ha in testa, visto quello che ha già affermato pubblicamente nell'ultimo mese, ovunque sia stato.

A mio parere il lavoro di Tonino, cioè la posizione assunta, unico nell'arco parlamentare antiberlusconiano, è quello di stringere le palle al PDL fino a farlo urlare. E' noto, infatti, che la maggioranza dei parlamentari pidiellini siano li solo per il volere di cesarone per schiacciare il bottoncino a comando (lo ha confermato cesarone stesso, no ?), e che hanno l'occasione della vita, prima di tornare a servire nei bar o a fare le pulizie nei condomini, di ottenere il famoso vitalizio. Ma per ottenerlo, la legislatura deve completarsi.
Il pedonano, invece, vorrebbe andare subito alle elezioni (con premier Alfano) scatenando nel frattempo una guerra mediatica senza precedenti, visto il controllo che è riuscito ad assumere anche in Rai (e la non belligeranza spinta di La7).

I peones pidiellini ovviamente non si fidano (come dargli torto... :-D ), però hanno anche timore di essere tagliati fuori qualora il piano dello sbandanato funzionasse, quindi non sanno se seguire ancora una volta il puparo o tenersi stretta questa legislatura.
La cosa migliore per loro sarebbe non appoggiare Monti, con la speranza però che i numeri dell'opposizione diventata maggioranza siano sufficienti a tenerlo in vita e fargli fare quelle due o tre cose indispensabili, senza neanche caricarsi della responsabilità di approvare norme che saranno sicuramente antielettorali (specie quelle che toccheranno le lobbies più che i cittadini, e Monti ne farà parecchie), facendo però pesare il rischio di non approvazione, o peggio di caduta, visto la differenza risicata di voti che si creerebbe, con tutti i vantaggi di contrattazione del caso.

La mossa di Tonino serve a spezzare quest'ambiguità.

Senza l'appoggio certo di IDV, Monti non va da nessuna parte, ed i peones non hanno più alibi: se non lo sostengono con certezza numerica la legislatura finisce, ed addio vitalizio, visto che farsi ripresentare da Truffolo (con questa legge elettorale, tra l'altro) sarà un'impresa.
L'affermazione "valuteremo volta per volta se votarlo" serve a riaffermare il concetto: prima tu dai garanzie a supportare l'esecutivo, poi vedo io se aggiungere i miei voti. E non mi stupirei se non votasse alcuni provvedimenti secondari, giusto per far capire che il rischio di non completamento della legislatura almeno ancora per sei mesi, ci sarà ad ogni votazione.

Se così è la giusta interpretazione, Tonino si conferma fine stratega politico.
Il vero problema però, e che deve ridursi a farlo, e questo penso non piaccia neanche a lui.