mercoledì 15 febbraio 2012

Sanremo 2012 - Risultati finali Big



Ovviamente, stiamo parlando di giudizi personalissimi, visto che la kermesse terminerà tra un paio di giorni, e per questo motivo insidacabili ! :-)

Classifica al contrario; si parte dai peggiori.


Posizioni "Lasciamo perdere..."

Gigi D’Alessio e Loredana Berté – Respirare
A malapena ascoltabili, ma certamente inguardabili.

Eugenio Finardi – E tu lo chiami Dio
E tu lo chiami cantante ? Eugenio, massimo rispetto per un buon, e storico, interprete (ma Diesel non basta...); il testo è significativo, però fossi stato in te, per l'età, avrei cambiato tonalità, o magari non lo avrei cantato affatto, dandolo a un giovane di talento. Pezzo gerontocratico, da minestrina con stracchino.

Marlene Kuntz – Canzone per un figlio
Pochissimo fuori dall'ordinario: un po' di alito sussurrato sul microfono, una sessione fiati che promette bene ma che si rivela poco coraggiosa. Per il resto, brano dimenticabile. E temo che lo sarà.


Posizioni "Mah...."

Matia Bazar – Sei tu
La sonorità completa e pastosa dell'ensemble è un marchio di fabbrica dei Matia, non manca mai. La voce è calda ed accattivante. Ma non c'è altro, sinceramente

Dolcenera – Ci vediamo a casa
Lei è una brava interprete, e la voce è di qualità, ma il brano ha sonorità un po' ruffiane, ed è troppo appoggiato sul ritmo, che finisce per diventare monotono. Ma soprattutto, il testo: che c'azzecca? Sembra che stia leggendo un articolo di giornale...

Francesco Renga – La tua bellezza
Brano costruito per vincere, ma Francesco, voce potente e completa, si canta addosso davvero troppo. Si sente tutta la fatica ed il tecnicismo di dover scrivere un brano per Sanremo quando non se ne ha voglia e non si ha l'ispirazione giusta. E la cosa da' un po' fastidio...

Samuele Bersani – Un pallone
Mi verrebbe voglia di incoronarlo anche solo per la scelta del brano di ingresso della prima serata (In my place - Coldplay). Poi però il pezzo è un'allegra canzonetta delle sue, divertente, buon testo, poche pretese, voce un po' poca, ma non è che ce ne sia particolarmente bisogno. Samuele è un grande, ma i tempi di "Giudizi Universali" sono distanti, e si sente...


Posizioni "Buone prospettive"

Irene Fornaciari – Il mio grande mistero
Brano potente, ricco di bassi, concentrato su un'idea d'archi vibranti. Ma la melodia non rende merito ad Irene, e la appiattisce su un falsetto quasi monotono. Peccato, perchè meritava di più.

Emma Marrone – Non è l’inferno
Anche questo è una brano con i tempi giusti, costruito per vincere. Ma è evidente l'incongruenza tra Emma, che è un'ottima cantante ma non è ancora un'interprete, ed il testo, che va interpretato e non semplicemente cantato, seppur anche urlato.

Chiara Civello – Al posto del mondo
Cammariere al femminile. Grande tecnica, ma disabituata alla ribalta: nei momenti topici del pezzo, quando la voce ci vuole, bisogna tirarla fuori. Se si lascia andare, nella potenza e nel vocalism, può fare sfracelli. Ma per ora siamo alle buone, anzi ottime intenzioni.


Posizioni "Top four"

Nina Zilli – Per sempre
Grande interprete, destinata a grandi successi. E' la Winehouse italiana, alcool a parte. Se fa maturare un po' la voce, se la rende un po' più roca, in Italia non la vediamo più. Ma il testo di questo brano non regge il confronto con la qualità vocale. Peccato.

Noemi – Sono solo parole
Parole cantate che si sentono distintamente su tutta la gamma. Non è una cosa da poco. Sanno farlo solo i grandi artisti, cantanti ed interpreti, e Noemi non aveva bisogno di dimostrare di esserlo. Anche per lei, però, un brano che non rende del tutto merito alle qualità disponibili...

Pierdavide Carone e Lucio Dalla – Nanì
Chiudete gli occhi. Non guardate il video. Non fatevi deconcentrare dal dentino storto di Pierdavide, da Lucio improbabile direttore, dallo spettatore che ride. Lasciate parlare la musica, e la voce di questo giovane, che mostra di reggere perfettamente la strada su tornanti vocalistici che non ti aspetti. Una ballata delicata, ottimamente interpretata.

Arisa – La notte
Ricordando "Sincerità" od altri suoi brani ciofeca, chi si sarebbe aspettato di vederla maturare in questo modo. Un testo forte, sotto certi aspetti anche violento. Una voce dolcissima, feribile ma consapevole. Un brano meravigliosamente triste, interpretato in modo perfetto. Complimenti, Arisa: Sanremo 2012 è tuo.