sabato 20 febbraio 2010

Santremo 2010 - Cronache dal Minculpop



E così Santremo 2010 è finito, ma una volta tanto senza lasciare i soliti strascichi di polemica.
Stavolta è andato tutto per il verso giusto e l'elevata qualità degli artisti stranieri di fama internazionale non ha fatto sfigurare, come spesso è accaduto, le performance degli artisti nostrani.
Finalmente pubblico e giuria critica (l'eccellente orchestra della RAI) sono stati concordi nel tributare il meritato riconoscimento sia ai brani che alle interpretazioni degli artisti, in specie quelle collocatesi nelle prime posizioni della classifica, oltre che al premio della critica.
Premio della critica che ha giustamente vinto Povia, con il brano "la Verita", con il suo testo graffiante ed emozionante (una vera sberla ai berluscones) dedicato alla dolorosa ed umanissima vicenda di Eluana Englaro.



Nella classifica finale, il terzo posto di Irene Fornaciari insieme ai grandissimi Nomadi con il brano "Il Mondo Piange" la dice lunga sullo stato di salute della vena artistica di casa Fornaciari (anche se papà Zucchero ci lascia qualcosa di più di uno zampino).
Al secondo posto, una giovane, sorprendente Noemi con il brano "Per tutta la vita" cantato con la consapevolezza, ed accattivante deriva androgina, di una artista vissuta.
Ma la vera attesissima star di questa edizione è stata la vincitrice, la superba Malika Ayane con il suo "Ricomincio da qui", degna della miglior Sade dei tempi d'oro; in pochissimo tempo, questa affascinante artista ha saputo conquistarsi un posto d'onore nella skyline della proposta italiana, ed a brevissimo ne sono certo, la vedremo partire, come merita, alla conquista dei mercati latini, ma anche e soprattutto anglosassoni, che non vedranno l'ora di sfruttarne appieno le eccellenti qualità interpretative.
Ultime annotazioni: la vittoria con ampio margine nella categoria giovani della giovanissima (appena 15 anni) Jessica Brando con la sua "Dove non ci sono ore", veramente un brano ed un'interpretazione che non lasciava scampo agli altri concorrenti, e la menzione speciale per Nina Zilli con la sua "L'Uomo che Amava le Donne"; anche di loro si sentirà parlare più spesso e bene.
Insomma, un'edizione promettente, anche se forse un po' troppo al femminile (ma facciamocene una ragione se sono pochi i maschi che sanno gestire la scena) che fa ben sperare per il rilancio di un'industria da anni in crisi di identità oltre che di risorse.



P.S. come sarebbe a dire " non è andata così" ? Ma quale versione del festival avete visto ? Quella vera o quella taroccata dal centrodestra :-D ? Quella taroccata ? Beh, mi dispiace per voi.
Non so, allora, se ci sarete rimasti gran che bene del finale ... :-P

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