venerdì 18 febbraio 2011

Lontano da tutto



Stasera ero un po' lontano dalla musica, dagli eventi, da Zelig, dagli amici, da Google news e dalla tortura quotidiana della realtà oscena che ci circonda.
Stasera ero con i miei pezzi di cuore a mangiar semi di zucca.
Si vede che me la sentivo.

Quest'anno non ho seguito particolarmente Sanremo giovani (neanche i big se è per questo); ho visto giusto Luca e Paolo, che stanno diventando ferocemente giganteschi, e Benigni, su cui ormai non c'è più niente da dire tanto è grande.
Però ho sentucchiato qualcosa, volutamente senza approfondire più di tanto.
Normalmente mi bastano poche note, uno sguardo, una concomitanza cabalistica di fattori, e più o meno anche stavolta è andata così, almeno per ora.

Una delle cose che mi sento di sottolineare è che quest'anno, a parte la cialtronata della Tangentangolo e di Al Bagno in finale (strana affinità con i Pupo/PiccoloPrincipedelimecojoni dell'anno scorso, anche loro ripescati e poi finiti in finale), comunque sacrificio accettabile per un paese come il nostro cui non si potrà mai chiedere la perfezione tale è il livello di imperfezione diffusa, giusto per usare un eufemismo, ne tra i giovani ne tra i big ho visto presentarsi sul palco scappati di casa, gente con i sacchetti della spesa lasciati nelle quinte o tassisti chiamati al volo all'ultimo momento e truccati alla bell'è meglio. La qualità dell'artista l'ho vista in quasi tutti, chi meno chi più bravi, ma comunque gente che un po' le cose se le è studiate; quindi complimenti all'organizzazione, sempre almeno per ora.

L'altra cosa riguarda la classifica finale dei Giovani: quest'anno, devo ammettere (ma tra Morandi, Luca, Paolo e compagnia bella c'è troppa sinistra perchè non potesse succedere), è solo una questione di gusto personale e non di speculazione editoriale. Chi è arrivato in cima si è mostrato preparato ed ha portato un prodotto valido, sotto molti aspetti qualitativamente anche ottimo.
Ma non posso esimermi dal fare una classifica finale personale, per dare al mio Cesare (Silvio, puppa!) quel che è del mio Cesare.

Dei quattro giovani arrivati in cima:
- Micaela (Fuoco e cenere) ha una buona voce ma il pezzo è un po' stantio e banalotto e la metterei al quarto posto;
- Raphael Gualazzi (Follia d'amore) ha stile e classe e tecnica, ma non ha ancora trovato la sua strada, e per questo lo metterei al terzo posto. Non ha ancora capito se vuole fare una seconda linea come Cammariere, un Britti alla tastiera o lanciarsi sulle orme, faticosissime perchè bisogna essere pazzi veri e non finti per emularlo, di Paolo Conte; sicuramente valido, ma da rivedere;
- Roberto Amadè (Come pioggia) aveva un pezzo notevole (anche se evocava troppo la Malika al maschile, ma è un dettaglio), e gestisce molto bene la voce tra il falsetto e il tonico e l'interpretazione complessiva, e probabilmente avrebbe meritato di vincere se non avesse incontrato il prodotto di Fabi, e finisce quindi al secondo posto.
- Serena Abrami (Lontano da tutto). Perdersi in discorsi di timbriche ed armoniche mi sembra inutile. Un brano PERFETTO. Un'interpretazione PERFETTA. Non c'è altro da dire. Quando una cosa riesce bene, ci si può solo inchinare complimentandosi con chi l'ha concepita (*). La vincitrice morale di Sanremo Giovani 2011. Tra tre settimane sarà in testa alla classifica, e non ci sarà nulla di cui stupirsi.

(*) ...tra cui Niccolo' Fabi, un grande abbraccio ad un grande artista.

Addendum del 19/02/2011 h 23:00

Sanremo deve ancora finire, ma mi basta così.
Non c'è storia fra il brano di Serena ed i restanti; anche fra i big, Serena è la vincitrice assoluta di questo festival.

Ma se proprio vogliamo fare una classifica fra i restanti, i Modà con Emma con "Arriverà" guadagnano giustamente il terzo posto, perchè il brano ha un suo spessore artistico e i ragazzi si sono impegnati (ed hanno un fottio di mi piace su FB :-D ), mentre al primo posto ex aequo ci va di diritto Vecchioni con la sua "Chiamami ancora amore" (perchè è Vecchioni, mica per il brano :-) ), insieme alla Giusy Ferreri che con la sua voce inconfondibile e la sua "Il mare immenso", grande tributo al pop '80, ci fa ricordare che è ancora possibile, con le chitarre al posto giusto, fare del grande rock italiano.

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